21 Apr Piccola storia felice di una scrittrice ritrovata
Piccola storia felice di una scrittrice ritrovata
Qualche giorno fa mi sono imbattuta sul profilo di Sara Rattaro. Un nome che mi risuonava ma che non riuscivo a incastrare in un dove e perché. Avevo letto qualcosa di lei tempo addietro, ne era quasi certa. Sono andata a cercarla in quella parte di libreria dove so di avere acquisti di cui un po’ mi vergogno o roba al femminile. Eccolo! “Un uso qualunque di te” romanzo scovato in libreria nel 2012, uno di quegli anni di irrequietezza sentimentale in cui speri che siano i titoli e le quarte di copertina a darti la risposta ai mille dubbi esistenziali. Non mi ricordavo niente di quella storia, se mi fosse piaciuta, o di come era scritta. Sono partita dall’incipit e non mi sono più fermata. Pagina dopo pagina Sara Rattaro mi ha riconnesso col passato e con che cosa cercavo tramite i suoi personaggi.
Volevo saperne di più. Chi era questa Sara Rattaro che dopo così tanti anni faceva capolino nella mia vita senza preavviso? Classe 1975, genovese, scrittrice e docente di scrittura. Mi sono stati sufficienti questi indizi per capire quell’attrazione. Una più giovane di me ma solo di due anni che ha abitato il mio stesso mondo: ha viaggiato per la prima volta in Europa con un biglietto Interrail e non con un volo low cost. Lei che avrà pianto e gioito per gli amori giovanili nelle cabine telefoniche per una privacy (ma allora non si chiamava così) che a casa non era mai garantita; lei che aveva di certo vissuto i momenti più significativi della vita senza postarli sui social e che oggi scopre che le serie TV possono raddrizzare una giornata storta. Ho pensato che Sara fosse un po’ come me e l’ho sentita vicina.

Io che suggerisco ai miei gruppi di donne e di giovani appassionati di scrittura come creare un personaggio a tutto tondo, usare dialoghi verosimili e non esagerare con aggettivi e avverbi ho trovato “Un uso qualunque di te” un esempio perfetto di narrativa ben fatta, o almeno come piace a me.
Non esistono storie belle o brutte, dipende da come sono scritte. Qualcuno ha detto che i temi possibili di un romanzo si contano sulle dita di una mano. Viola, Carlo e Luce sono i protagonisti di una storia che ti prende e non ti molla finché non ne sai di più. Sara mostra e non racconta, Sara dosa con sapienza intreccio narrativo e suspense, tenendo il lettore per mano e trascinandolo, con abilità, a voltare pagina.
Ma sono Massimo e Angela i perché a questa lettura e le risposte a quel bisogno d’immedesimazione alla storia, allora come adesso, oserei dire; lui l’amore sognato e scappato via, lei l’amica vera capace di mantenere un segreto per sempre. Prendo a prestito le parole di una canzone che ho nel cuore per modificarla a mio scopo “come (non) si cambia per non morire”.
E allora dopo questo salto improvviso in un altrove dimenticato, ho appoggiato il romanzo sul comodino perché mi facesse ancora un po’ compagnia, in attesa di quello che verrà. Ho voglia di leggere ancora di Sara Rattaro: nel frattempo che la ignoravo, ha scritto tanto. Ho controllato. Ma per fortuna, i libri si possono recuperare.